FIAMM, dalle batterie al “sale da cucina” alle Oasi nel deserto

La casa della batteria Snc di Formica Antonio & C.

di Veronica Ulivieri

Il percorso dell’azienda sulla strada della green economy è iniziato un ventennio fa, ma si è intensificato negli ultimi anni, con la produzione di tecnologie a supporto delle energie rinnovabili e della mobilità elettrica. Così uno storico gruppo industriale come Fiamm, tra i leader mondiali nel settore degli accumulatori per auto e industriali, ha scelto l’impervia ma remunerativa via della sostenibilità, sempre coniugata con ricerca e innovazione.

Francesca Dolcetta, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne del gruppo di Montecchio Maggiore (in provincia di Vicenza), è la nipote dell’ingegner Giulio Dolcetta, che fondò l’azienda nel 1942: «Nel 1940, mio nonno entrò in società con il commendator Giacomo Pellizzari, che aveva creato la Elettra, una piccola azienda che lavorava per l’esercito, e due anni dopo la rilevò, trasformandola in Fiamm, che sta per Fabbrica Italiana Accumulatori Motocarri Montecchio». Da allora, l’azienda è cresciuta, ha stretto rapporti con le più grandi case automobilistiche (BMW, Fiat-Chrysler, Ford, Mercedes, GM-Opel, PSA, Renault-Nissan, Toyota, Volkswagen) e importanti gruppi industriali (Enel tra tutti), ha aperto stabilimenti negli Stati Uniti, in Brasile, India, Cina, Repubblica Ceca. È presente in 60 paesi con circa 3.000 dipendenti nel mondo, di cui circa 950 in Italia. Ha tre centri di ricerca stabili (in Italia, a Montecchio, in Svizzera e Francia) e collabora con diverse università. Il fatturato previsto per il 2011 si attesta intorno ai 500 milioni di euro.

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